Atri, l’antica Hatria Picena, fondata dai Piceni, si deve probabilmente il nome del mare Adriatico dal quale dista pochi chilometri. Atri si trova in una felice posizione su di una collina argillosa a 444 m. sul livello del mare. Molti storici affermano che Atri che preso il nome da Adranus a cui era sacro il lupo appenninico. Nel periodo preromano era la capitale picena del Sud e nel 290 a C. divenne Municipuim Foederatum di Roma, quando questa decadde Atri ebbe un periodo buio sotto la dominazione dei duchi di Spoleto, dei Franchi e del Conte di Loretello. Durante la guerra tra papato e impero parteggiò per il Papa e nel 1251 Innocenzo IV restituì l’autonomia comunale e la elevò a diocesi. Dal 1315 ci fu un periodo incerto tra Svevi ed Angioini, finchè nel 1393 Antonio D’Acquaviva, conte di S. Flaviano, l’acquistò per 35000 ducati dal re di Napoli. Il periodo dei duchi D’Acquaviva durò fino al 1760, quindi, dal 1670 al 1860 Atri tornò alle dirette dipendenze del re delle Due Sicilie e poi passò all’Italia unita. Atri presenta numerosi monumenti che attestano la sua storia nei secoli. La Cattedrale di S.Maria Assunta, della fine del secolo XII, è uno dei monumenti più noti d’Abruzzo e ospita un ciclo di affreschi dipinti dal 1450 in poi. Il museo annesso conserva preziose reliquie e splendido è anche il Chiostro del XIII sec.; la chiesa di Santa Reparata, unita al fianco meridionale della Cattedrale, è ricca di testimonianze barocche. Le altre chiese sono: Sant’Agostino, S.Andrea, San Giovanni Battista, San Francesco, San Nicola, Santa Chiara e Santo Spirito. Da visitare anche il Palazzo Ducale degli Acquaviva, attuale sede comunale , risalente alla prima metà del Trecento, il Teatro Comunale, il Museo Archeologico e il Museo Civico Etnografico. Oltre che per i citati monumenti, per le antiche fontane, le grotte e per quelle vere architetture della natura che sono i calanchi, Atri merita sicuramente una visita per tutte le bellezze che conserva, testimonianza di una storia civile e artistica quanto mai ricca.